sabato 13 settembre 2014

Il vecchio ponte tra Messignadi e Oppido 1

Non aveva sicuramente alle spalle la nobile storia del Ponte Vecchio di Firenze, né faceva sognare gli innamorati come il Ponte dei Sospiri di Venezia, pur tuttavia per i Messignadesi ha fatto parte della loro piccola storia, permettendo il collegamento pedonale con Oppido. Generazioni di abitanti di questa piccola frazione lo hanno attraversato e tante piccole storie, belle e brutte, si sono consumate lungo quel percorso. Ognuno di noi avrebbe qualcosa da raccontare; a me personalmente piace ricordare la “bontà” dei panini imbottiti di mortadella, che si comperavano nella bottega di Peppe Misale. Erano la colazione dei ragazzi che frequentavano le scuole medie a Oppido, che si consumava nella” sosta ponte” all’andata. Al pensiero, sento ancora il profumo e il sapore di quella mortadella! Ed al ritorno, quando si aveva qualche spicciolo in tasca, si comperava il “cannolo” che si assaporava, con gesti lenti e a piccoli morsi, appoggiati alla ringhiera del ponte. Oggi il collegamento stradale tra Messignadi e Oppido, garantito da un nuovo ponte e da un nuovo percorso, è molto rapido (forse cinque minuti), anche se le condizioni del manto stradale e la manutenzione lasciano molto a desiderare. In questo breve tragitto, un po’ per disattenzione un po’ per i ritmi che la vita moderna ci impone, non si fa caso a quanto ci circonda. Certo l’Aspromonte, visto dal nuovo ponte, ha una maestosità incombente quasi volesse schiacciarti; meno attraente, invece, il resto, oramai ridotto a una discarica a cielo aperto. Aguzzando bene lo sguardo verso la parte superiore della “fiumara”, si notano, a poca distanza, i resti di un altro ponte, il vecchio ponte. Occorre guardare attentamente, perché è confuso tra la boscaglia che lo sta inesorabilmente inghiottendo e rischia di essere definitivamente cancellato. Così come non è rimasta traccia alcuna di quella vecchia strada che conduceva a Oppido. Ma, è possibile rimuovere dalla memoria individuale e collettiva qualcosa che, comunque, è legato (seppur in maniera minimale) alle vicende della nostra comunità? Questo vecchio ponte (costruito ai primi del novecento) è stato, ed in qualche misura lo è ancora, un po’ l’emblema del nostro paese. Ricordo che nel 1951, quando una terribile alluvione sembrava volesse preannunciare l’imminenza del diluvio universale e la natura veniva violentata e sconvolta, il ponte (e fu uno dei pochi) rimase orgogliosamente in piedi, nonostante la violenza delle acque, dalle quali era stato ricoperto. E quale migliore simbolo può rendere l’idea della forza e della capacità di resistenza di un paese che ha, nel corso della sua lunga storia, ha subito e superato cataclismi naturali di ogni specie?  

FILIPPO TUCCI     
   

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