domenica 26 luglio 2020

Il significato del nome "MESSIGNADI"

IL SIGNIFICATO DEL NOME “MESSIGNADI” LE VARIE IPOTESI
Purtroppo per quanto riguarda il significato preciso da attribuire al nome “Messignadi” tra gli studiosi non troviamo né una soluzione ufficiale né una tesi che prevale rispetto alle altre, quindi tutte le numerose ipotesi mantengono fino a questo momento pari valore. Negli anni importanti contributi su tale questione sono stati scritti rispettivamente (tra gli altri) dallo storico oppidese Rocco Liberti e da padre Giuseppe Lando, molto affascinanti appaiono anche le ipotesi proposte da Orazio Filippelli e dall'appassionato di storia messignadese Filippo Tucci. Il Liberti nella sua opera “Quaderni Mamertini” ci descrive con dovizia di particolari le alterazioni subite nei secoli dal nome Messignadi: “Se in un vetusto documento del 1188 si trova Mesinido, il Barrio e l'Ughelli hanno riportato Mesinado. Il Marafioti, invece, ch'era di Polistena e, quindi, doveva ben conoscere i luoghi circonvicini, si pronunzia per Mesignade. Gli atti vaticani recano Mesignadi (1544), Misignadi (1614), Messignani (1645) ma nelle relationes ad Limina dei Vescovi è d'uopo leggere Messinnadio (1603), Messignadio (1607), Misignado (1666), ancora Messignadio (1666) e, finalmente Messignadi (1675). Si trovano poi Misignadi, in un atto di vendita del feudo oppidese rogato nel 1611 e Missignadi (1589) e Mesignadi (1614) nei relevi, documenti relativi alle successioni feudali. Nei rogiti dei notai si avverte un nitido Messignadi sin dal 1626. Nel sinodo del Diano Parisio del 1670 c'è Misegnadi e Mesignadi, mentre sulla campana grande della chiesa parrocchiale datata 1588 si rinviene Misignadi... Messignadi, affatto rintracciabile, almeno con siffatta denominazione, nelle carte greche rimontanti al periodo 1050/1065, si affaccia alla storia, come già riferito, nel 1188 quale Mesinido. All'epoca un abitante del paese, Stefano Galliardo o Gagliardo, assieme a gente di Barapodo (Varapodio), Santa Cristina ed altri centri abitati, fungeva da testimone a Oppido in un atto pubblico, nel quale si comprendevano gli estremi di una controversia feudale.”
Tornando al significato attribuibile a Messignadi bisogna premettere che per tanti secoli la lingua greca è stata la lingua della maggioranza del popolo in queste zone della Calabria e quindi viene ipotizzata una sicura origine ellenica del termine, come riporta Massimo Caruso nel 1984: “Secondo il Rohlfs, lo studioso tedesco che ha dedicato tutta la sua produzione scientifica allo studio del dialetto calebrese, il termine Messignadi, alla maniera di altri costrutti lessicali tardo-greci che si riscontrano nella lingua parlata in alcune regioni della Grecia, avrebbe un carattere patronimico e altro non significherebbe che -feudo, territorio, proprietà appartenente alla famiglia Messineo-. Così parimenti alla stessa stregua di Zurgonadio altro centro viciniore al nostro che, come è noto, nel comune linguaggio dialettale vien detto Zirgonadi, colla medesima desinenza finale in adi, significa: feudo, territorio, proprietà appartenente alla famiglia Sorgonà o Zorgonà.” Questa tesi sostenuta da Gerhard Rohlfs nel suo Dizionario toponomastico e onomastico della Calabria che vuole Messignadi feudo della famiglia Messineo (probabilmente originaria di Messina, della quale in verità non disponiamo alcuna notizia concreta) è stata abbracciata anche da altri illustri autori del settore in particolare da Emilio Barillaro.
Nel suo interessantissimo libro “Messignadi edito ed inedito” pubblicato nel 1987 padre Lando ci propone invece altre tre possibili soluzioni al problema, di cui le prime due lui stesso le ritiene le più attendibili. La prima ipotesi è quella sostenuta da Giovanni Battista Marzano nel suo Dizionario etimologico per cui Messignadi deriverebbe dal greco mesìdios e vuol dire “che sta nel mezzo”, a suffragio di ciò Giuseppe Lando indica che il villaggio “sorge nel mezzo della cerchia montagnosa che abbraccia i paesi circostanti: Varapodio, Tresilico, Oppido Mamertina, Zurgonadio, Molochio, Terranova e Piminoro”, sempre secondo Lando “non bisogna vedere il sito attuale ma bisogna andare con la immaginazione indietro, alla ridente ed immensa pianura esistente prima del flagello sismico del 5 febbraio del 1783”. La seconda suggerisce il termine Messignadi come “una etimologia tratta dal fiume Mesima, che corrisponde all'antico Mèsma (forma più antica di Mèdma), conosciuto nel secolo XVI col nome di Medama, poi definito in quello di Mesima. Ora volendo proprio assegnare una derivazione onomastica a Messignadi, diverebbe più facile pensare che, in tempi storici un gruppo o più abitanti presso il fiume Mesima, per scampare ai pericoli di orde e di incursioni, abbiano cercato rifugio sull'amena altura (metri 350 e più sul livello del mare), alle falde del Monte Pizzunaru, dando al toponimo la loro provenienza”. L'ultima ipotesi che ci presenta Lando è forse la meno probabile, egli ha domandato al noto letterato monsignor Nicola Ferrante di Reggio Calabria la possibile origine del toponimo Messignadi e il Ferrante ha risposto: “Per ciò che concerne Messignadi esso probabilmente deriva da un tale Joannes Mesinus, -di cui parla un atto greco del 1228, riportato da Francesco Trinchera, Syllabus Graecarum Membranarum, Napoli 1895, p.387- oppure da altro cognome simile, quasi certamente greco”.
Orazio Filippelli tramite i suoi scritti su Wikipedia ci fornisce importanti e preziose informazioni oltre che delle inedite teorie sul significato del termine Messignadi: “Le origini di Messignadi risalgono, con relativa certezza, alla Magna Grecia. Nel tempo il nome ha subito alcune variazioni; tra quelle note: Massinado, Messiniade, Mesoignadi, Mesignade. L'etimologia deriva probabilmente dalla parola greca Μεσσηνίάδoς (della Messenia), per cui si potrebbe ipotizzare che il primo nucleo sia stato fondato dagli antichi messeni, provenienti dalla Messenia, regione del Peloponneso, e inizialmente insediatisi a Zancle (antico nome di Messina) intorno al V secolo a.C. È altresì possibile che il nome Messignadi derivi dall'unione del verbo greco μεσόω con il sostantivo ναιαδi, letteralmente tradotto: che sta in mezzo alle Naiadi, divinità mitologiche, ninfe delle sorgenti. Infatti, Messignadi nell'antichità era circondata da corsi fluviali. Dei periodi greco, romano e bizantino non rimangono che fragili memorie. Tra gli anni 1050 e il 1064 Messignadi viene menzionato in alcuni contratti di compravendite e donazioni stipulati nel territorio di Oppido. Lo storico frate Giovanni Fiore da Cropani (1622-1683) nella sua "Calabria Illustrata" scrive che Mesignade ha avuto origine dalle colonie fuggitive delle città destrutte da' mori”.
Filippo Tucci nelle sue ricerche aderisce alla posizione fuori dal coro di Giuseppe Pensabene che farebbe derivare Messignadi da “messenarium” cioè 'centro delle messi', che secondo anche Rocco Liberti: “considerate le colture cerealicole presenti nel territorio prima dell'intensiva messa a dimora degli ulivi, potrebbe avere un qualche fondamento” e secondo pure Giuseppe Lando: “da ragazzo appresi, tra le altre derivazioni etimologiche, che Messignadi vuol dire 'Terra feconda di messi' ”. Tucci sosteneva in merito al primo insediamento urbano del villaggio di Messignadi che il luogo dove si compravano e vendevano le eccedenze dei prodotti fu quello delle prime residenze dei mercanti, a cui si aggiunsero nel tempo il sarto, il calzolaio, il barbiere, il cerusico, il prete ecc. Questo posto veniva indicato come messinarium (deposito delle merci, come in latino armarium -armadio- era il deposito delle armi). Quindi Messinarium o Messenarium si sarebbe poi trasformato in Messignadio e infine in Messignadi.
La famiglia Messineo, la Messenia, la città di Messina, il fiume Mesima, le Naiadi, Joannes Mesinus, che sta nel mezzo, il centro delle messi, fino a dover coniare una onomastica greca 'oi Messinades' (membri della famiglia Messina o cose simili) esclusa a priori da padre Lando... è davvero impossibile azzardare quale sia la strada giusta per svelare questo mistero che ormai dura da secoli, speriamo che il futuro ci possa illuminare circa la via corretta da seguire.
(a cura di MIRKO TUCCI)