venerdì 6 dicembre 2024

CENNI DI RICORDI

 

CENNI DI RICORDI

Storia di decenni passati, che hanno segnato il nostro paese. Molti dei nostri compaesani messignadesi hanno dato un contributo collaborando con il loro impegno e con il loro lavoro per renderlo un centro operoso, moderno e confortevole. Ero bambina, ricordo i negozietti di generi alimentari, dove andavamo a comprarci il panino con la mortadella e piccoli esercizi commerciali dove ognuno si riforniva giornalmente di qualsiasi necessità. Le botteghe dei maestri artigiani tuttofare: dai vestiti, alle scarpe, al legno, al ferro, allo stagnare. I nomi di alcuni maestri: mastro Alfonso Madafferi, mastro Pietro Andronaco, mastro Giosofatto Reitano, mastro Nino Barbaro, mastri dell'edilizia come Nino Barillaro e Vincenzo De Francesco, lo stagnino e i giovani mastro Pasquale Scarcella e Giuseppe Riganò e tanti altri, la maestra Giulia, la maestra Nazarena e la maestra Nicolina. Si trovavano anche giornali, il quotidiano La Gazzetta del Sud era il più venduto. Messignadi, un paesino il nostro, pieno di vitalità e di aggregazione ha sempre esaltato le umili virtù dei suoi abitanti. Ricordo con piacere un uomo, che si è evidenziato e posto all'attenzione della comunità, Vincenzo Riganò consigliere comunale molto attento alle necessità del luogo, sempre presente agli eventi civili, religiosi e festivi paesani e promotore di diverse iniziative. Riganò gestiva assieme alla moglie Meluzza, una donna molto dolce, un negozio di alimentari. Ha ideato e avviato una sala cinematografica: il Cinema Vincenzo Bellini, la medesima sala veniva utilizzata anche per varie eventi e cerimonie. Da MESSIGNADI nel tempo un doveroso ringraziamento a Vincenzo Riganò per il suo operato in favore del paese. Messignadi, piccola frazione di Oppido Mamertina, con una storia secolare alle spalle, dopo tanti sacrifici affrontati piano piano è riuscito ad emergere, conquistando la fiducia e l'orgoglio della sua stessa gente e dei centri limitrofi.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI


venerdì 1 novembre 2024

MESSIGNADI 2 NOVEMBRE 2024


MESSIGNADI 2 NOVEMBRE 2024

A chi di noi poveri esseri umani non mancano persone care, che abbiamo amato tanto e voluto bene? Il due novembre ricorre la loro commemorazione. La fiamma che loro avevano acceso e ardeva nei nostri cuori si è spenta, lasciando dentro di noi un vuoto profondo, lacerando la nostra esistenza. La loro assenza ci addolora e ci affligge, ci hanno insegnato che la vita è preziosa e bisogna saperla vivere. E' passata davanti a noi, un po' di storia messignadese, una generazione che si è distinta lasciandoci opere importanti da custodire e da salvaguardare. Durante la loro vita terrena hanno contribuito con grande impegno ed entusiasmo a rendere il paese più importante. La nostra comunità ricorda il loro grande acume, la loro bontà d'animo e la loro saggezza. Noi loro eredi dobbiamo fare tesoro dai loro insegnamenti, che sono rimasti ancorati nei nostri cuori. Voglio citare una frase di Ilaria: “Mamma, ricorda nessuno è eterno, la sera rivolgi gli occhi al cielo popolato da miliardi di stelle, io sono quella più luminosa che da lassù vi guardo e vi proteggo”. Tutti i nostri cari angeli e stelle del firmamento ci illuminano, ci proteggono e pregano per noi. Ti ringraziamo Signore, per averceli dati e messi accanto.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

domenica 13 ottobre 2024

Giorgio Feliciano (di Ciccio) nel 1987, vestito come San Vincenzo per voto e portato in processione sulla vara insieme al santo


 

PAESAGGIO AUTUNNALE


 

PAESAGGIO AUTUNNALE

La stagione avanza lasciando dietro di noi una lunga scia di bei ricordi estivi. Sembra però, che l'estate ancora voglia persistere con le sue calde giornate, il bel tempo, i suoi caldi colori e le sue sfumature che determinano il periodo del cambiamento stagionale paesaggistico: contemplativo e appagante. Il colore giallo delle foglie che cadono, il verde degli ulivi e degli agrumeti e il rosso ramato dei vigneti, al primo impatto inonda la nostra visione e il contrasto che provoca, circonda e affusca di bellezza la visuale del nostro paese. Messignadi si spopola e le persone si preparano al lavoro dei campi, intenti a rubare il tepore degli ultimi raggi di sole, lasciando nelle strade quasi vuote del villaggio storie tristi ed eventi lieti. Gli adulti esausti dal lavoro dei campi la sera rientrano a casa e si ritemprano dalla fatica del giorno, riempendo con la loro presenza le vie e le case unendosi alla propria famiglia. Dei bambini e dei ragazzi che prima si rincorrevano festosi, giocando nei vicoli, nelle strette viuzze e lungo le strade che ora sembrano deserte, esiste la loro presenza ormai soltanto nelle case. I bambini vanno a scuola, lo studio e le varie attività li tengono impegnati tutto il giorno. Messignadi, il paesino che noi amiamo, continua ad andare avanti con i suoi silenzi che portano i segni di civiltà fatta di saggezza, di sentimenti semplici e di laboriosità, noti a tutti da sempre.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

domenica 22 settembre 2024

L'ASILO “MARIA IMMACOLATA” DI MESSIGNADI

L'ASILO “MARIA IMMACOLATA” DI MESSIGNADI

Nella cornice ormai usurata dal tempo, appesa al muro dei miei ricordi, conservo gelosamente un periodo della mia infanzia, bello e gioioso, quello dell'asilo infantile “Maria Immacolata”. Ideato inizialmente dalla signorina Carmela Lando, il difetto visivo che aveva non le ha impedito di pensare a fare qualcosa di importante per il bene del paese, ma soprattutto per i bambini che avevano bisogno di formazione per un loro avvenire migliore. I fatti narrano che la signorina Lando fonda un “giardino d'infanzia” a Messignadi e l'apertura ufficiale avvenne il primo di giugno dell'anno 1936, nei locali in disuso delle vecchie scuole elementari. La gestione veniva affidata a vari prelati, tra questi un nostro compaesano, nipote di mia nonna Maria, monsignor Antonino Pardo, parroco nella Chiesa dello Spirito Santo di Reggio Calabria. Nel 1952 il nuovo parroco don Carmelo Caruso prende possesso della parrocchia di Messignadi e stabilisce che si dovesse costruire un asilo più grande e confortevole per i piccoli, ma anche per i grandi che volevano imparare attività varie, e perciò venne costituito un laboratorio adeguato. L'opera supportata dai politici locali di allora e dalla benevolenza di tanti benefattori volge al termine. Arrivano anche le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret: suor Gesuina superiora, suor Maria Teresa maestra e giardiniera, suor Maria Addolorata maestra del laboratorio ed insegnante di musica e di canto. Per i vari eventi che si sovrapponevano, le suore pazientemente ci preparavano alle recite, ci davano un copione da studiare; i gesti, le movenze e le pause erano dirette e dettate da loro. Il grande palco, le belle coreografie e i costumi erano di grande effetto. Io assieme a una mia cara amica d'infanzia eravamo spesso le protagoniste: Nunziatina De Gori, diventata poi suor Annunziata che si è distinta nella sua carriera religiosa per la sua capacità intellettiva e per il suo impegno profuso nel sociale, ricoprendo incarichi di grande e prestigioso rilievo in Italia e all'estero. L'inaugurazione della stele con la Madonnina, posta al centro del giardino del nuovo asilo, mi ricorda l'atto di consacrazione a Maria Immacolata, che ho recitato a memoria davanti ad una folla enorme di persone. L'asilo è stato un periodo molto importante per la nostra crescita, le suore ci hanno insegnato le buone maniere e ci hanno formato ad affrontare la nostra vita futura con amore e umiltà.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI                             





 

mercoledì 4 settembre 2024

Messignadi – Polsi Pellegrinaggio di fede che dura da secoli (di Tina Scarcella)

Messignadi – Polsi

Pellegrinaggio di fede che dura da secoli


Tra i santuari mariani più venerati ed importanti della Calabria c’è senza dubbio quello aspromontano dedicato alla Madonna di Polsi.

Ogni anno, dal 31 agosto al 2 settembre, si celebra la festa più attesa della Calabria che accoglie molti pellegrini in un luogo impervio e ricco di suggestione per celebrare l’amatissima Madonna della Montagna. Tra le migliaia di pellegrini che ogni anno accorrono al Santuario di Polsi, vi è la nostra comunità messignadese.

I preparativi iniziano già dopo la festa di San Rocco (16 Agosto), organizzati dal procuratore Giuseppe Barbaro e da un vasto numero di giovani che collaborano attivamente con lui. Per le strade si iniziano ad udire i canti devozionali di Maria e si comincia ad organizzare il pellegrinaggio, sia esso a piedi o in macchina nei vari quartieri del paese.

Il 24 agosto inizia la novena fino al 1 Settembre. Alla “Timpa” alle ore 21:30 si recita il S.Rosario e si intona qualche canto.

Il pomeriggio del 30 Agosto, sempre lì alla Timpa, da sempre considerato luogo di ritrovo per la partenza verso Polsi, si inizia ad addobbare la piazzetta perché alle 21:30, don Francesco deve celebrare la Santa Messa in preparazione al pellegrinaggio. E allora alle 21:00 con suor Maria Grazia iniziamo la recita del Santo Rosario e all’arrivo del Parroco, ci poniamo in atteggiamento di silenzio e preghiera e ci prepariamo all’ascolto e all’incontro con il Signore. A fine celebrazione ringraziamo la Vergine Maria e ci prepariamo al grande giorno della partenza.

31 agosto: fervono i preparativi, i suoni di organetto, zampogna e tamburello risuonano nell’aria, i ragazzi che andranno in moto iniziano a sfilare indossando foulard e magliette votive, per le strade si sente il profumo di “melangiani chini, pipi rrustuti e cutuletti”, bisogna portare le provviste necessarie!!!

La partenza a piedi è ormai vicina... sono le 19:00, si comincia a radunare la gente… anche dai paesi limitrofi, la gente accorre per partecipare al pellegrinaggio della carovana a piedi di Messignadi. E allora si da il benvenuto ai nostri fratelli, li si accoglie in allegria e con cuore aperto. Si approfondiscono nuove amicizie e nuove conoscenze. Arriva il nostro caro parroco don Francesco, pronto a consegnare lo stendardo che ci accompagnerà lungo il percorso... riuniti con spirito di unione, affetto, convivialità e accomunati da un senso unico di appartenenza a Maria, colei che è Madre di tutte le madri, scende sulla carovana dei devoti e su quanti raggiungeranno la santa vallata di Polsi, la santa benedizione... “Un solo grido, una sola voce, ieri, oggi e sempre evviva Maria” annuncia don Francesco e si parte.

Il cammino è lungo, 12 ore ci separano da Lei, ma carichi di fede e devozione, non ci spaventa né il freddo, né il buio, percorriamo le montagne senza pensarci, tra preghiere, canti e rosari, tra tarantelle, risate e chiacchere, tra un panino e un bicchiere d’acqua fresca dalle fontane che troviamo lungo la via, arriva silenziosamente l’alba del nuovo giorno, che ci accompagnerà ai piedi della Santa Vergine.

Al fiume poco distante dal santuario, ci si rigenera e si aspetta l’arrivo di tutta la carovana. Veniamo raggiunti dai paesani che ci hanno accompagnato durante tutta la notte e ci hanno sostenuto ove necessario.

È arrivato il momento di raggiungere Maria.

Don Francesco, sempre presente, fa capolinea alla carovana. “W Maria” si acclama, si applaude, si canta e si suona e finalmente si varca la soglia della Chiesa. Ed è lì l’emozione più grande, quando il tuo sguardo incrocia quello di Maria, quando non riesci a trattenere più l’emozione, quando senti dentro di te quella sensazione di benessere e di pace che solo Lei può donarti. Inginocchiati e prostrati al suo santo altare, ringraziamo la santa Vergine, Le chiediamo aiuto ad intercedere presso l’Altissimo e tra lamenti e penitenze, chiediamo la grazia offrendo alla Vergine ex voto. La voce melodica della nostra Giulia Scarcella riecheggia nella santa Chiesa, a Maria Regina della montagna di Polsi, vengono dedicati canti mariani.

La festa culmina nella notte tra l’1 e il 2 settembre, quando si svolge una lunga veglia animata da preghiere, litanie e antichi canti.

All'alba di giorno 2, si celebra una prima Messa, a seguire, più tardi, dopo la celebrazione Eucaristica svolta nell’atrio antistante la chiesa, a metà mattina, c’è la tradizionale processione della Madonna di Polsi, nella quale la statua viene portata a spalla dai confratelli pescatori di Bagnara, che nell'ultimo tratto procedono correndo.

“Polsi appartiene a tutti noi, Polsi è un luogo di speranza, preserviamolo insieme”... così afferma monsignor Francesco Oliva durante l’omelia accompagnato, quest’anno, dal nostro vescovo Giuseppe Alberti, della diocesi Oppido-Palmi.

Arriva il momento dei saluti, quello più triste e s’intona:“arrivederci Madonna mia e vi saluta lu vostru servu, e vi saluta pe strata e pe via, arrivederci Madonna mia e vi saluta la notti e lu iornu e pe nn’atrannu nu bellu ritornu.”

La certezza di ritornare in quel luogo santo, l’anno a venire, ci dà la forza necessaria per ripartire carichi di fede e di speranza. E allora si rientra in paese.

All’arrivo, da lontano si origliano i clacson delle moto, delle macchine e dei camion e i canti echeggiano..

“Stannu rrivandu i Pozzari” si borbotta, e ci si butta per le strade ad accogliere l’arrivo dei pellegrini. Il raduno in piazza per l’ultimo saluto e la tarantella fanno da cornice a quei giorni trascorsi in presenza della nostra mamma celeste, Maria Santissima di Polsi e dopo, si rientra, ognuno per le proprie case.

La nostra devozione alla Vergine Maria non termina giorno 2 Settembre alla fine dei festeggiamenti, ma è proprio da qui che alimentati dal desiderio di conoscere sempre più Gesù, veniamo spronati a rafforzare la nostra fede grazie alla nostra guida spirituale don Francesco De Felice e alle nostre amate suore della carità, nonchè suor Giovanna e suor Maria Grazia.

Maria è l'umile serva del Signore, il modello perfetto da imitare per metterci davvero alla sequela di Gesù.

Se onoreremo Maria con amore sincero dalle sue mani accoglieremo Gesù, il Figlio di Dio, per incontrarlo, conoscerlo, amarlo e seguirlo con un impegno personale in stretta unione e comunione con i Pastori della sua Chiesa.


Messignadi 03.09.2024


Tina Scarcella





 

Messignadi – Polsi Pellegrinaggio di fede che dura da secoli (immagini varie)








 

lunedì 26 agosto 2024

PELLEGRINAGGIO A POLSI 2024

 


PELLEGRINAGGIO A POLSI 2024


Come ogni anno la comunità messignadese si prepara in questo periodo ad andare a Polsi. La nostra gente è molto devota alla Madonna, tempo or sono è venuta Lei in mezzo a noi. Molti chilometri separano il nostro paese da Polsi, situato in una vallata aspromontana, impervia e difficoltosa da raggiungere. La Madonna ha voluto che la sua dimora fosse lì, in mezzo a quella montagna. Sentieri montuosi, scoscese e tortuose sono le difficoltà che i fedeli dovranno affrontare appiedati per raggiungerla e omaggiarla. Ci si avvia di sera, il tragitto da percorrere è lungo, si innalzano a Lei canti e preghiere. Ogni tanto qualche breve sosta e si continua il cammino tracciato fino a raggiungere il santuario dove la Madonna, la nostra madre celeste, li sta aspettando. Una calca umana si affolla intorno a Lei, vuole toccarla e salutarla. La stanchezza piano piano si affievolisce e in silenzioso raccoglimento i pellegrini seguono la santa messa, chiedendo umilmente alla Santa Vergine le grazie a loro necessarie. La visita a Maria di Polsi volge al termine, quindi con grande rammarico e tristezza ci si prepara a ritornare a casa. Dopo una breve sosta per un fugace rifocillamento si riprende la via del ritorno, i pellegrini sono stanchi, ma felici per l'opportunità che hanno avuto. Ringraziano la Santa Vergine offrendole i sacrifici che hanno fatto per raggiungerla calcando montagne e sentieri pericolosi e si augurano di poter ritornare l'anno prossimo.


GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

mercoledì 21 agosto 2024

PAGINA DI UN DIARIO

 


PAGINA DI UN DIARIO

Ero una bambina, ricordo con gioia le feste organizzate in onore di San Vincenzo Ferreri. La mia mamma, per l'occasione, mi faceva indossare il vestitino nuovo, cucito dalla Geraldina a Oppido Mamertina, tra i capelli mi metteva un fiocchetto ed ero pronta per la santa messa delle ore undici e la processione serale. Tutti i bambini e i grandi appartenenti all'Azione cattolica sfilavano davanti alla statua del santo, dopo le autorità di quel periodo, poi c'era la banda musicale e infine veniva tutto il popolo messignadese. In silenzioso raccoglimento si procedeva per le vie del paese, ogni tanto la signorina Lando innalzava canti e lodi. Dai balconi le persone inserivano al dito di San Vincenzo banconote e oro. Partecipare a tutte le funzioni religiose che man mano si svolgevano mi dava immensa felicità. I parenti (tra cui mio nonno Luigi) che presenziavano, le bancarelle, le giostre, i giganti, le luminarie, il palco in piazza Salvatore Rosa erano per noi piccoli un sogno che veniva realizzato guardandolo con gli occhi dell'innocenza. La serata si concludeva con il concerto della banda di Francavilla Fontana, il direttore d'orchestra eseguiva brani classici che i presenti gradivano e apprezzavano molto. Nell'intervallo mi davano il compito di salire sul palco con un mazzo di fiori e di ripetere ad alta voce al direttore d'orchestra: “Il popolo di Messignadi vi offre questo mazzo di fiori”, frase che ancora mi è rimasta impressa. La nottata si concludeva con i fuochi artificiali e la cosiddetta “cascia infernale”. Non è cambiata la prassi, le festività in onore di San Vincenzo nel corso degli anni sono divenute una vera e propria tradizione da rispettare. Grandi avvenimenti religiosi quest'anno si sono susseguiti: bellissimi festeggiamenti organizzati con maestria e destrezza da un comitato giovane, presieduto da Francesco Riganò con l'attenta collaborazione del nostro parroco don Francesco De Felice.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

sabato 3 agosto 2024

240° ANNIVERSARIO DEL RITROVAMENTO DELLA STATUA DI SAN VINCENZO FERRERI

 


240° ANNIVERSARIO DEL RITROVAMENTO DELLA STATUA DI SAN VINCENZO FERRERI

I preparativi per la grande festa del nostro santo, San Vincenzo Ferreri, venerato e tanto amato dal popolo messignadese, stanno per essere ultimati. Le solenni celebrazioni e i festeggiamenti quest'anno assumono un'importanza particolare, poiché ricorre l'anniversario del ritrovamento della statua lignea del santo, risalente alla prima metà del 1500, opera di un artista napoletano, ritrovata nell'anno 1784. Le macerie del convento domenicano, dedicato a Santa Maria della Palomba, distrutto e raso al suolo dal disastroso sisma del 1783 che ha seminato morte e rovine, ha ridato alla luce la bellissima statua di San Vincenzo. Rinvenuta casualmente da alcuni contadini del posto in località Spilinga della contrada “Filesi” durante degli scavi, L'effigie miracolosamente e prodigiosamente intatta nel suo splendore è stata portata in paese e deposta nella chiesa parrocchiale come anche l'antica campana che fu del convento. Il Santo miracoloso venuto dalla Spagna venerato dal popolo messignadese rappresenta la rinascita ma anche la storia triste e tragica causata dal terremoto. La devozione dei compaesani è tanta, e molti dei nostri emigrati rientrano ogni anno al paese per rendere omaggio e professare il loro culto al grande santo spagnolo Vincenzo Ferreri. Molti testi sono stati dedicati a lui, al santo protettore di Messignadi. Raccontano le origini del culto di San Vincenzo Ferreri mettendo in evidenza la vita del santo che è voluto rimanere in mezzo a noi, la sua gente, aiutandoci nelle grandi difficoltà della vita. Per questo noi lo ringraziamo innalzando a lui lodi, onore e gloria.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

sabato 4 maggio 2024

MESSIGNADI TRA PASSATO E FUTURO


 

MESSIGNADI TRA PASSATO E FUTURO

Il tempo passa, gli anni si accavallano uno dopo l'altro inesorabilmente, la mentalità delle persone muta e si evolve. Si ascolta la radio (ricordiamo con affetto Cecè Surace), si segue la televisione, si leggono i giornali e si naviga in Internet per informarci su tutto ciò che avviene nel mondo. Tanti sono i mezzi di comunicazione che abbiamo a nostra disposizione che assecondano le nostre esigenze. L'istruzione che una volta non era prioritaria oggi è di primaria importanza. Molti dei giovani messignadesi oggi sono diplomati o laureati, altri in procinto del traguardo e altri ancora sono preparati professionalmente a portare avanti il lavoro dei loro genitori: nell'imprenditoria, in particolar modo nel campo oleario, agricolo ed edilizio. I giovani sono il lustro della nostra società moderna, alcuni coprono tutti i settori destinati alla loro professione, altri inseguono i loro sogni che spesso si realizzano e si concretizzano cercando altrove la loro collocazione professionale. Diversi emergono e si distinguono assumendo posti di rilievo e di grande responsabilità. Cari ragazzi messignadesi, io ho lasciato il mio paesello tanti anni fa, spesso torno a trovare le mie radici, a respirare l'aria pura e a rivivere i vecchi tempi con le persone che ricordo e a cui voglio bene. Vi ammiro e sono orgogliosa per le iniziative che ogni anno portate avanti per la comunità, che senza remore date il meglio di voi, come i nostri genitori ci hanno insegnato, non dimenticando mai che siamo e restiamo sempre Messignadesi. Le donne nella società sono inserite al pari degli uomini anche se ancora non hanno raggiunto pienamente gli stessi diritti e doveri, nonostante tutto molte di loro hanno raggiunto importanti traguardi negli studi come nelle professioni. Messignadi ha annoverato personaggi illustri che hanno contribuito a dare onore al nostro piccolo paese e all'Italia, mossi dalla passione il loro operato è rimasto nel tempo. Un ricordo amorevole va a questi nostri compaesani che si sono contraddistinti e un grandissimo augurio va ai giovani affinché noi tutti del paese possiamo essere orgogliosi di loro.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

domenica 10 marzo 2024

RICORDI DI PICCOLE STORIE


 

RICORDI DI PICCOLE STORIE

Messignadi, il nostro paese, conserva tante piccole storie di persone che sono rimaste custodite nei nostri ricordi. Non dobbiamo affatto dimenticare la nostra vita da bambini e la brava gente che abbiamo conosciuto, ognuno di loro con un vissuto di stenti e sacrifici alle spalle, gioviali, altruisti, simpatici e dediti alla propria famiglia. La saggezza dei nostri nonni, la complicità dei nostri genitori e la nostra comunità ci ha resi più responsabili e ci ha aiutati a crescere più in fretta. Mia nonna Maria, grande donna, spesso mi portava dei paragoni e mi raccontava storielle di personaggi di quel periodo che si guadagnavano a stento da vivere e per far vivere. Rammento qualche personaggio di quel tempo: Federico -detto Filaricu- noto a tutti perché lavorava al comune come operatore ecologico e nel contempo faceva da banditore, la sua voce spesso comunicava ai paesani le notizie che il comune di Oppido diramava. Custodiva il suo pezzo di terreno nelle vicinanze del paese assieme alla sua famiglia coltivandolo e allevando piccoli animali. La sua casina di campagna era un lembo di tranquillità dove trascorreva il resto del tempo che gli rimaneva a disposizione con i suoi cari. "Filaricu" era ben voluto da tutti, la sua figura caratteristica con quel suo berretto in testa che toglieva e metteva per salutare non la scorderò mai. Mastro Peppino, l'ho conosciuto viveva alle baracche in una casetta costruita in legno, un omino buono e segnato dall'età, un sant'uomo. Ha lavorato per anni alla fornace di mio nonno, preparando i mattoni, le tegole e modellava l'argilla come se fosse un artista. Il lavoro lo rendeva fiero per quello che riusciva a creare e a realizzare. La signora Vincenzina Panuccio, una donna fisicamente robusta, capelli bianchi non più giovanissima, la ricordo così, di carattere buono ma talvolta anche burbero. Le famiglie impegnate e indaffarate dalla mattina alla sera con il lavoro invernale, come la raccolta delle olive (a quel tempo manualmente) non avevano molto tempo da dedicare ai loro piccoli. Sopperivano a questa mancanza i nonni a cui i bambini erano molto legati. Una donna veniva incontro al bisogno della comunità: -a Panuccia-, disponibile ad intrattenere i piccoli presso di sé. Lo zainetto che ci portavamo conteneva poche cose: dei quadernetti, delle matite, qualche giocattolino ed una piccola colazione. I miei ricordi non sono nitidi ma sfuocati come una vecchia fotografia ormai sbiadita dal tempo. La signora Panuccia amava i bambini e ci teneva alla loro integrità fisica. La sua piccola casa popolare era adibita ad un "piccolo asilo". Le sedioline appoggiate al muro l'una accanto all'altra davano la sensazione di una stanza più grande. Ci insegnava le preghierine e piccole favole, facendoci distrarre dal gioco richiamandoci alla sua attenzione. Venivamo spesso attratti con stupore dalle colombe che svolazzavano intorno al tetto della casa. È stata un'esperienza positiva, piccola pausa, che ci ha insegnato ad essere più autonomi e a socializzare. Il "piccolo asilo" della Panuccia era una fortuna per Messignadi, si è pensato fosse stato ideato dal parroco di allora che ricordiamo con affetto don Carmelo Caruso. In attesa del vero asilo gestito dalle Suore di Carità: suor Gesuina, la madre superiora, suor Maria Teresa e suor Maria Addolorata che ricordiamo tutti molto benevolmente. Un grazie e un ricordo alla signora Panuccia.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI





martedì 30 gennaio 2024

RICORDANDO IL GIORNO DELL'EPIFANIA 6 GENNAIO 2024


 

RICORDANDO IL GIORNO DELL'EPIFANIA 6 GENNAIO 2024

Dal giorno prima si notavano certe avvisaglie, il tempo non prometteva niente di buono e le previsioni atmosferiche portavano vento, pioggia e freddo. L'Epifania che aspettavamo con entusiasmo anche per l'evento serale previsto, quest'ultimo è stato interrotto parzialmente dalla pioggia che cadeva copiosa e a sprazzi. Nonostante il tempo inclemente la serata è proseguita secondo il programma, grazie all'impegno totale che i nostri compaesani hanno profuso per la buona riuscita dell'iniziativa. I partecipanti presenti numerosissimi arrivati anche dai paesi vicini si sono dileguati velocemente a causa del maltempo sopraggiunto. Si è grati ai nostri compaesani che con tanto coraggio e pazienza hanno portato avanti l'obiettivo previsto. Bellissime pagine scritte con inchiostro indelebile nel libro delle nostre realtà più belle dai Messignadesi e grati anche a tutte le nostre autorità. I fatti storici e le loro rievocazioni danno lustro al nostro paese, facendolo conoscere a migliaia di persone intervenute per l'occasione, nei suoi particolari e nelle sue caratteristiche. Le antiche viuzze che si espandono ovunque, i meandri del borgo Timpa, la vecchia stradina che collegava e permetteva di raggiungere a piedi l'abitato di Oppido Mamertina. Nella parte alta del paese la vecchia piazza dove si erge una stele con la Madonnina, la strada centrale che porta alla chiesa parrocchiale e a zone e a rioni a noi cari, con dimore ormai in disuso, abbandonate da molti anni a causa dell'emigrazione che ha colpito anche il nostro caro paesello, l'altra parte nuova è da scoprire e spero quanto prima. Il momento più suggestivo della serata è stato l'arrivo dei re Magi impersonati da Domenico e Vincenzo Scullino e Antonino Morgante che accompagnavano amorevolmente i nostri tre ragazzi non abili che portavano a Gesù Bambino l'oro, l'incenso e la mirra: Carmelo Lombardo, Carmelo Crucitti e Rocco Morgante. In migliaia hanno seguito l'ambientazione della nostra piccola Betlemme, migliaia di visualizzazioni dai nostri connazionali sparsi in tutto il mondo che hanno seguito il Presepe Vivente e sono stati vicini tramite filmati e foto pubblicati nel nostro gruppo Facebook. MESSIGNADI nel tempo ringrazia tutti coloro che hanno prestato attenzione alle splendide serate, ai suoi tanti attori e ai personaggi influenti che hanno partecipato all'evento.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI