Annuario scientifico ed industriale (1891)
Pioggia di sangue a Messignadi
Reso
disponibile in rete un testo del 1891 che tratta della pioggia di sangue a Messignadi nel 1890, contenente, tra
l’altro, la descrizione delle condizioni meteorologiche nel momento dell’evento
ed i risultati delle analisi di laboratorio del sangue caduto.
Author: Francesco Grispigni , Luigi Trevellini , Giovanni Celoria , Francesco Denza , Arnoldo Usigli , Augusto Righi
Publisher: Fratelli Treves
Year: 1891
Possible copyright status: NOT IN COPYRIGHT
Language: Italian
Digitizing sponsor: Google
Book from the collections of: unknown library
Collection: americana
In un villaggio detto Messignadi, distante da Oppido Ma- mertina, presso Reggio Calabria,circa quattro chilometri, il giorno 15 del mese dì maggio, gli abitanti, prima delle 4 e mezzo
pom. circa, e poi alle 5, si accorsero della caduta di una leggera pioggia
consistente in goccette di colore sangue rutilante, vedendosene cadere sulle
proprie persone, sulle pietre dei selciati, sulle foglie, sugli steli delle
piante,sui vigneti,sugli oliveti, ecc. per circa tre minuti in ciascuna delle due volte.
La popolazione subì un gran panico. Accorsero anche i Reali Carabinieri (era di festa, l'Ascensione di N.S.), per assicurarsi della natura del fatto, e videro le gocce di sangue cadere sulle loro mani distese. I fenomeni che precedettero ed accompagnarono la pioggia furono:
1) Vento di sud-sud-est la sera del giorno 11 fino alla mattina del 12, con intensità 4 e colla velocità varia di 45 chilometri. D' allora in poi il vento dominante era del 4.° quadrante con intensità 1 e colla velocità di 4 chilom. circa. 2) Nell'ora del fenomeno l’aria era calma, sebbene fosca, anzi caliginosa ai monti soprastanti al villaggio; e si osservò che la caduta della pioggia fu in direzione di una nube nera che attraversava l'atmosfera da ovest a est, la quale nel tempo del fenomeno trovavasi sullo zenit del paese.
3) L'area occupata dalle gocce della pioggia era di circa 2 chilometri quadrati.
4) La mattina del 15 in Oppido, che trovasi a nord-est del villaggio, vi fu pioggia con vento ovest; anche nel villaggio piovve, ma meno che ad Oppido, nelle ore antimeridiane.
5) La pioggia sanguigna fu senz'acqua.
Le gocce rosse depositate su alcune foglie e pietre fu- rono analizzate chimicamente alla Scuola di perfeziona- mento dell’Igiene Pubblica in Roma. Esse sono della gran- dezza che varia da 1 a 4 mm. di diametro. Si presentano sotto forma di pellicole alquanto aggrinzate , alcune delle quali si rialzano negli orli e mostrano anche di staccarsi completamente. Tutti gli altri caratteri fisici sono di macchie dì sangue essicato. Distaccata un po' di sostanza , ed esposta al calore su lamina di platino , dapprima si rigonfia , poi emana odore di corno bruciato (sostanza azotata): s'infiamma facilmente, si consuma il carbone e lascia un lieve residuo terroso giallo sporco. Questo residuo dà distintamente le reazioni del ferro. Inoltre una piccola porzione della sostanza, trattata convenientemente con cloruro di sodio ed acido acetico glaciale, fornisce splendidamente i cristalli caratteristici d'emina. E finalmente un'altra piccola porzione di pellicola staccata, trattata con una soluzione di potassa, al 26 per 100, secondo il metodo di Menilai, ha rivelato al microscopio i globuli rossi nucleati (globuli sanguigni).
Non riesce tanto agevole la spiegazione dell' insolito fenomeno. Se non che dalle notizie che ho potuto racco- gliere io stesso, non mi pare improbabile la seguente. Come è noto, nella prima metà di maggio suole avvenire nelle province meridionali il periodico passaggio delle quaglie e dei rondoni, che a torme fitte e numerosissime approdano in quei paraggi. Ora in quei giorni io mi trovavo nei pressi di Napoli, e, senza saper nulla del fatto in discorso, che appresi poi a Roma, sentii da molti cacciatori e dallo stesso Francesco Cirio notissimo intraprenditore di questi commerci, che la caccia di tali uccelli quest'anno era andata interamente fallita. La stessa cosa mi venne confermata a Roma da parecchi signori dilettanti di codeste caccie, assai comuni nel mezzodì d'Italia. Ciò posto , può essere benissimo che alcuni nembi di codesti uccelli di passaggio siano stati incontrati ed avvolti da qualche turbine violento; e, sconvolti e battuti dal medesimo, abbiano dato sangue, com'è facile ad avvenire negli uccelli che di soverchio si agitano e si dibattono. Questo sangue, trasportato dalla violenza del turbine , al diminuir di questo, arrivato sul continente, per il proprio peso può esser caduto sul suolo, dando luogo alla misteriosa pioggia di sangue , che dall' analisi chimica fu trovato appunto sangue di uccelli e più prossimamente di piccioni o simili, cioè della famiglia delle quaglie. La poca estensione della pioggia conferma la nostra ipotesi.
La popolazione subì un gran panico. Accorsero anche i Reali Carabinieri (era di festa, l'Ascensione di N.S.), per assicurarsi della natura del fatto, e videro le gocce di sangue cadere sulle loro mani distese. I fenomeni che precedettero ed accompagnarono la pioggia furono:
1) Vento di sud-sud-est la sera del giorno 11 fino alla mattina del 12, con intensità 4 e colla velocità varia di 45 chilometri. D' allora in poi il vento dominante era del 4.° quadrante con intensità 1 e colla velocità di 4 chilom. circa. 2) Nell'ora del fenomeno l’aria era calma, sebbene fosca, anzi caliginosa ai monti soprastanti al villaggio; e si osservò che la caduta della pioggia fu in direzione di una nube nera che attraversava l'atmosfera da ovest a est, la quale nel tempo del fenomeno trovavasi sullo zenit del paese.
3) L'area occupata dalle gocce della pioggia era di circa 2 chilometri quadrati.
4) La mattina del 15 in Oppido, che trovasi a nord-est del villaggio, vi fu pioggia con vento ovest; anche nel villaggio piovve, ma meno che ad Oppido, nelle ore antimeridiane.
5) La pioggia sanguigna fu senz'acqua.
Le gocce rosse depositate su alcune foglie e pietre fu- rono analizzate chimicamente alla Scuola di perfeziona- mento dell’Igiene Pubblica in Roma. Esse sono della gran- dezza che varia da 1 a 4 mm. di diametro. Si presentano sotto forma di pellicole alquanto aggrinzate , alcune delle quali si rialzano negli orli e mostrano anche di staccarsi completamente. Tutti gli altri caratteri fisici sono di macchie dì sangue essicato. Distaccata un po' di sostanza , ed esposta al calore su lamina di platino , dapprima si rigonfia , poi emana odore di corno bruciato (sostanza azotata): s'infiamma facilmente, si consuma il carbone e lascia un lieve residuo terroso giallo sporco. Questo residuo dà distintamente le reazioni del ferro. Inoltre una piccola porzione della sostanza, trattata convenientemente con cloruro di sodio ed acido acetico glaciale, fornisce splendidamente i cristalli caratteristici d'emina. E finalmente un'altra piccola porzione di pellicola staccata, trattata con una soluzione di potassa, al 26 per 100, secondo il metodo di Menilai, ha rivelato al microscopio i globuli rossi nucleati (globuli sanguigni).
Non riesce tanto agevole la spiegazione dell' insolito fenomeno. Se non che dalle notizie che ho potuto racco- gliere io stesso, non mi pare improbabile la seguente. Come è noto, nella prima metà di maggio suole avvenire nelle province meridionali il periodico passaggio delle quaglie e dei rondoni, che a torme fitte e numerosissime approdano in quei paraggi. Ora in quei giorni io mi trovavo nei pressi di Napoli, e, senza saper nulla del fatto in discorso, che appresi poi a Roma, sentii da molti cacciatori e dallo stesso Francesco Cirio notissimo intraprenditore di questi commerci, che la caccia di tali uccelli quest'anno era andata interamente fallita. La stessa cosa mi venne confermata a Roma da parecchi signori dilettanti di codeste caccie, assai comuni nel mezzodì d'Italia. Ciò posto , può essere benissimo che alcuni nembi di codesti uccelli di passaggio siano stati incontrati ed avvolti da qualche turbine violento; e, sconvolti e battuti dal medesimo, abbiano dato sangue, com'è facile ad avvenire negli uccelli che di soverchio si agitano e si dibattono. Questo sangue, trasportato dalla violenza del turbine , al diminuir di questo, arrivato sul continente, per il proprio peso può esser caduto sul suolo, dando luogo alla misteriosa pioggia di sangue , che dall' analisi chimica fu trovato appunto sangue di uccelli e più prossimamente di piccioni o simili, cioè della famiglia delle quaglie. La poca estensione della pioggia conferma la nostra ipotesi.