venerdì 11 maggio 2012

La pioggia di sangue - Report 1


Annuario scientifico ed industriale (1891)
Pioggia di sangue a Messignadi
Reso disponibile in rete un testo del 1891 che tratta della pioggia di sangue a     Messignadi nel 1890, contenente, tra l’altro, la descrizione delle condizioni meteorologiche nel momento dell’evento ed i risultati delle analisi di laboratorio del  sangue caduto.

Author: Francesco Grispigni , Luigi Trevellini , Giovanni Celoria , Francesco Denza , Arnoldo Usigli , Augusto Righi
Publisher:
Fratelli Treves
Year:
1891
Possible copyright status: NOT IN  COPYRIGHT   
Language:
Italian
Digitizing sponsor:
Google
Book from the collections of: unknown library
Collection:
americana

In un villaggio detto Messignadi, distante da Oppido Ma- mertina, presso Reggio Calabria,circa quattro chilometri, il giorno 15 del mese dì maggio, gli abitanti, prima delle 4 e mezzo pom. circa, e poi alle 5, si accorsero della caduta di una leggera pioggia consistente in goccette di colore sangue rutilante, vedendosene cadere sulle proprie persone, sulle pietre dei selciati, sulle foglie, sugli steli delle piante,sui vigneti,sugli oliveti, ecc. per circa tre minuti in ciascuna delle due volte.
La popolazione subì un gran panico. Accorsero anche i Reali Carabinieri (era di festa, l'Ascensione di N.S.), per assicurarsi della natura del fatto, e videro le gocce di sangue cadere sulle loro mani distese. I fenomeni che precedettero ed accompagnarono la pioggia furono:
1) Vento di sud-sud-est la sera del giorno 11 fino alla mattina del 12, con intensità 4 e colla velocità varia di 45 chilometri. D' allora in poi il vento dominante era del 4.° quadrante con intensità 1 e colla velocità di 4 chilom. circa. 2) Nell'ora del fenomeno l’aria era calma, sebbene fosca, anzi caliginosa ai monti soprastanti al villaggio; e si osservò che la caduta della pioggia fu in direzione di una nube nera che attraversava l'atmosfera da ovest a est, la quale nel tempo del fenomeno trovavasi sullo zenit del paese.
3) L'area occupata dalle gocce della pioggia era di circa 2 chilometri quadrati.
4) La mattina del 15 in Oppido, che trovasi a nord-est del villaggio, vi fu pioggia con vento ovest; anche nel villaggio piovve, ma meno che ad Oppido, nelle ore antimeridiane.
5) La pioggia sanguigna fu senz'acqua.
Le gocce rosse depositate su alcune foglie e pietre fu- rono analizzate chimicamente alla Scuola di perfeziona- mento dell’Igiene Pubblica in Roma. Esse sono della gran- dezza che varia da 1 a 4 mm. di diametro. Si presentano sotto forma di pellicole alquanto aggrinzate , alcune delle quali si rialzano negli orli e mostrano anche di staccarsi completamente. Tutti gli altri caratteri fisici sono di macchie dì sangue essicato. Distaccata un po' di sostanza , ed esposta al calore su lamina di platino , dapprima si rigonfia , poi emana odore di corno bruciato (sostanza azotata): s'infiamma facilmente, si consuma il carbone e lascia un lieve residuo terroso giallo sporco. Questo residuo dà distintamente le reazioni del ferro. Inoltre una piccola porzione della sostanza, trattata convenientemente con cloruro di sodio ed acido acetico glaciale, fornisce splendidamente i cristalli caratteristici d'emina. E finalmente un'altra piccola porzione di pellicola staccata, trattata con una soluzione di potassa, al 26 per 100, secondo il metodo di Menilai, ha rivelato al microscopio i globuli rossi nucleati (globuli sanguigni).
Non riesce tanto agevole la spiegazione dell' insolito fenomeno. Se non che dalle notizie che ho potuto racco- gliere io stesso, non mi pare improbabile la seguente. Come è noto, nella prima metà di maggio suole avvenire nelle province meridionali il periodico passaggio delle quaglie e dei rondoni, che a torme fitte e numerosissime approdano in quei paraggi. Ora in quei giorni io mi trovavo nei pressi di Napoli, e, senza saper nulla del fatto in discorso, che appresi poi a Roma, sentii da molti cacciatori e dallo stesso Francesco Cirio  notissimo intraprenditore di questi commerci, che la caccia di tali uccelli quest'anno era andata interamente fallita. La stessa cosa mi venne confermata a Roma da parecchi signori dilettanti di codeste caccie, assai comuni nel mezzodì d'Italia. Ciò posto , può essere benissimo che alcuni nembi di codesti uccelli di passaggio siano stati incontrati ed avvolti da qualche turbine violento; e, sconvolti e battuti dal medesimo, abbiano dato sangue, com'è facile ad avvenire negli uccelli che di soverchio si agitano e si dibattono. Questo sangue, trasportato dalla violenza del turbine , al diminuir di questo, arrivato sul continente, per il proprio peso può esser caduto sul suolo, dando luogo alla misteriosa pioggia di sangue , che dall' analisi chimica fu trovato appunto sangue di uccelli e più prossimamente di piccioni o simili, cioè della famiglia delle quaglie. La poca estensione della pioggia conferma la nostra ipotesi.




La pioggia di sangue - Commento di Filippo Tucci


Annuario scientifico ed industriale (1891)
Pioggia di sangue a Messignadi

COMMENTO di Filippo Tucci
In relazione a questo importante documento pubblicato nel 1891 nell’Annuario Scientifico e Industriale, del quale solo ora si è venuti a conoscenza, osservo quanto appresso.
E’ accertato, aldilà di ogni ragionevole dubbio che a Messignadi, o nell’area pertinente, giovedi  15 maggio 1890 – giorno dell’Ascensione – ci  fu  una caduta dal cielo di “sangue fresco”.
Tutti i dati disponibili, compresi  quelli della meteorologia ufficiale, concordano sulla circostanza che, nel momento in cui il fatto si è verificato, non c’era vento né nuvole in cielo. Altrettanto condiviso è il fatto che non si trovò nient’altro caduto dal cielo, “neanche una piuma”. Confermato anche, ad abundatiam, dall’esito delle analisi ora conosciute, che si trattava di sangue di natura animale, uccelli probabilmente. Non esistono problemi relativamente alla localizzazione esatta del posto dove l’evento avvenne, in quanto chi ha fatto la relazione non poteva conoscere nel dettaglio l’area di Messignadi che, in quegli anni aveva un nucleo centrale, dove ora c’è il paese, ma anche una forte presenza di “case sparse”, sopratutto  nella zona della Serra. L’unica difformità rispetto a quanto era già noto è la collocazione dell’ora, tra le 4,30 e le 5 del pomeriggio, anziché alla stessa ora del mattino, come faceva supporre il racconto dell’uomo che sparò alla luna. Di per se, la cosa non cambia assolutamente nulla rispetto alla straordinarietà ed importanza di  quanto accaduto. Tenuto conto, però, che il documento  viene reso noto dopo 122 anni da fonti americane, per giunta, e che una cappa di silenzio ha avvolto tutta la vicenda al punto di cancellarne persino la memoria storica negli abitanti, può essere legittimo pensare anche ad una “manipolazione” delle notizie, per finalità a noi tuttora ignote.
Sul resto del servizio, l’ipotesi della trasmigrazione del sangue dalla Campania a Messignadi ci potrebbe pure  stare, ma non ha comunque nessun riscontro ed assomiglia molto agli eccessi verbali ai quali i cacciatori spesso ricorrono.

FILIPPO TUCCI

La pioggia di sangue - Wikipedia cinese