Annuario scientifico ed industriale (1891)
Pioggia di sangue a Messignadi
COMMENTO di Filippo Tucci
In relazione
a questo importante documento pubblicato nel 1891 nell’Annuario Scientifico e
Industriale, del quale solo ora si è venuti a conoscenza, osservo quanto
appresso. E’ accertato, aldilà di ogni ragionevole dubbio che a Messignadi, o nell’area pertinente, giovedi 15 maggio 1890 – giorno dell’Ascensione – ci fu una caduta dal cielo di “sangue fresco”.
Tutti i dati disponibili, compresi quelli della meteorologia ufficiale, concordano sulla circostanza che, nel momento in cui il fatto si è verificato, non c’era vento né nuvole in cielo. Altrettanto condiviso è il fatto che non si trovò nient’altro caduto dal cielo, “neanche una piuma”. Confermato anche, ad abundatiam, dall’esito delle analisi ora conosciute, che si trattava di sangue di natura animale, uccelli probabilmente. Non esistono problemi relativamente alla localizzazione esatta del posto dove l’evento avvenne, in quanto chi ha fatto la relazione non poteva conoscere nel dettaglio l’area di Messignadi che, in quegli anni aveva un nucleo centrale, dove ora c’è il paese, ma anche una forte presenza di “case sparse”, sopratutto nella zona della Serra. L’unica difformità rispetto a quanto era già noto è la collocazione dell’ora, tra le 4,30 e le 5 del pomeriggio, anziché alla stessa ora del mattino, come faceva supporre il racconto dell’uomo che sparò alla luna. Di per se, la cosa non cambia assolutamente nulla rispetto alla straordinarietà ed importanza di quanto accaduto. Tenuto conto, però, che il documento viene reso noto dopo 122 anni da fonti americane, per giunta, e che una cappa di silenzio ha avvolto tutta la vicenda al punto di cancellarne persino la memoria storica negli abitanti, può essere legittimo pensare anche ad una “manipolazione” delle notizie, per finalità a noi tuttora ignote.
Sul resto del servizio, l’ipotesi della trasmigrazione del sangue dalla Campania a Messignadi ci potrebbe pure stare, ma non ha comunque nessun riscontro ed assomiglia molto agli eccessi verbali ai quali i cacciatori spesso ricorrono.
FILIPPO TUCCI
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