Storia e "storie", usi, tradizioni, credenze, linguaggio di un micro-cosmo dell'entroterra calabrese. Blog ideato nel 2010 dal commendatore FILIPPO TUCCI.
lunedì 22 giugno 2015
Maria Muratore, Vincenzo Muratore e Assunta Managò
Domenico Vincenzo Tucci
Maria Rosa Surace
I due amici
Bambine al matrimonio
mercoledì 17 giugno 2015
Gazzetta del Sud 17/6/2015
Il Vescovo Milito tra i Messignadesi
martedì 16 giugno 2015
Ragazzo messignadese
13 giugno 2015: il centenario della statua di Sant'Antonio da Padova a Messignadi con la presenza del vescovo di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito
Messignadi (di Sergio Dell'Olio)
lunedì 8 giugno 2015
Serenate (di Filippo Tucci)
SERENATE
Può
accadere che in una afosa notte di agosto, quando il sonno tarda a
venire e passeggi solitario nelle anguste viuzze del paese, ti
imbatta in una piccola folla di persone che traffica con chitarre e
organetti, cercando di trovare il giusto accordo. Curioso, chiedi
cosa stia succedendo e ti informano che stanno preparando la serenata "a nà zita, chi ddomani si marita". Notizia strabiliante!
Ritenevo che i giovani d’oggi si ritrovassero solo alle feste del
celibato o del nubilato, ignoravo che ancora esistesse qualcuno così
romantico da fare una serenata. Mi soffermo e noto, nel gruppetto, un
giovane con in mano un mazzo di fiori, dal che arguisco si tratti
dello ''zito". La piccola folla (cinquanta persone, almeno) si
mette in movimento, ed io con loro. Un centinaio di metri e ci si
ferma di fronte all’ingresso di una casa. Il fidanzato, con in mano
i fiori, si colloca sotto la finestra, al piano terra
dell’abitazione. Siamo tutti in silenzio. Partono le prime note e
la voce solista attacca una canzone d’amore. Prima che le ultime
note si perdano nell’aria, la finestra si spalanca ed appare la "zita", radiosa e sorridente, bella nella sua semplicità. Il giovane
innamorato le porge il mazzo di fiori, che lei accetta e lo invita
in casa. Un attimo dopo i due giovani si affacciano alla finestra,
l’una nelle braccia dell’altro, impegnatissimi a scambiarsi un
lungo bacio. Partono gli applausi dei presenti, mentre i ragazzi
della band attaccano la tarantella. Gli "zziti" si portano tra le
persone e cominciano a ballare, invitando tutti a partecipare. A
turno ballerini esperti (ma anche qualcuno imbranatello) si
susseguono nel cerchio magico. La serenata è diventata una festa
popolare. Intanto circolano tra i presenti, i parenti della promessa sposa con vassoi pieni di dolciumi e beveraggi vari. Bello, bellissimo
questo revival, in questa estate 2012, dove le vecchie tradizioni
sono rinate a nuova vita e scopri con sorpresa che i giovani d’oggi
sono romantici quanto lo erano i loro genitori...
FILIPPO TUCCI
(agosto 2012)
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articoli di Filippo Tucci
venerdì 5 giugno 2015
Vincenzo Riganò durante una manifestazione
La guardia civica Francesco Surace
Prima comunione
Bambino in posa
Carmela Surace
I coniugi Sorrenti
La torta nuziale
martedì 2 giugno 2015
La lapide della "vergogna"
LA LAPIDE DELLA VERGOGNA
“C'era scritto
sul foglio ch'era morto sulla bandiera.
C'era scritto e la firma era d'oro, era firma di re.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia…” (dalla canzone “Andrea” di F.De André)
C'era scritto e la firma era d'oro, era firma di re.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia…” (dalla canzone “Andrea” di F.De André)
Così Fabrizio De André ricorda il
sacrificio di tanti giovani e meno giovani, che nella grande guerra
del 1915-1918, lasciarono il loro paese, le loro famiglie, i loro
amori per andare a combattere per la Patria. Molti non ebbero la
fortuna di tornare ed alle loro famiglie fu recapitato un foglio nel
quale c’era scritto che il loro congiunto era caduto eroicamente
sui campi di battaglia. La Nazione intera li ricorda il 4 novembre
di ogni anno, con celebrazioni che si svolgono in tutti i paesi
d’Italia. Anche “Messignadi nel tempo” ha ritenuto
doverosamente di ricordare i caduti messignadesi, pubblicando un post
con tutti i loro nomi, 20 per l’esattezza. Avremmo voluto, però,
fare di più.
Ricordavamo la presenza di una lapide
marmorea, datata 15 giugno 1919, contenente nobili e alate parole ed
i nomi di quegli eroi. In origine era collocata sul muro esterno di
una casa, posta nella piazza principale della Chiesa Vecchia, ora
Salvatore Rosa, ma poi negli anni sessanta, venne rimossa, a seguito
di lavori di ristrutturazione del fabbricato e temporaneamente
collocata all’interno del locale cimitero, in attesa di una
adeguata sistemazione, all’interno del paese. E lì è rimasta per
lunghissimi anni, posta precariamente su un muro, appena dopo
l’ingresso sulla sinistra. E lì pensavamo di trovarla ancora, il 4
novembre scorso, quando andammo a portare un fiore e rendere omaggio
ai nostri caduti. Non è stato così. Il muro era tristemente vuoto e
della lapide nessuna traccia. Abbiamo girato per tutto il cimitero,
illudendoci magari di trovarla collocata in una migliore posizione,
ma niente. Qualcuno ci disse che era possibile che la lapide si
trovasse all'interno del locale adibito a deposito, ovviamente
chiuso a doppia mandata. Sbirciammo all'interno e sulle pareti non
trovammo alcunché e neanche sul pavimento. Abbiamo potuto parlare
infine con un addetto al cimitero che ci ha informato che la lapide,
qualche anno addietro, si era staccata dal muro forse per le
intemperie e nella caduta, si era frantumata in tanti pezzi. Non
sapeva se i pezzi giacessero ancora sul pavimento del locale
deposito o se erano stati portati via (eufemisticamente buttati nella
spazzatura). Questi i fatti e gli antefatti. Cari amici Messignadesi
voi che, con lodevole sensibilità, riuscite a trovare adeguata
collocazione ai simboli della nostra religione, possibile che non
abbiate un minimo di sensibilità civile per un gesto riparatorio che
ponga fine a questa “vergogna”? Spero proprio che il prossimo 4
novembre una lapide marmorea, a ricordo dei nostri caduti in guerra,
possa campeggiare su uno spazio cittadino, così come è stato fatto
in ogni paese. In fondo quei ragazzi non sono degli estranei, erano
nostri fratelli e hanno sacrificato la propria vita per adempiere
al sacro dovere di difesa della nostra Patria.
P.S. Ai tanti ragazzi che ci seguono,
chiedo di leggere e far leggere questo post ai loro genitori e magari
ai loro maestri e professori; è a loro che spetta il compito
primario di infondere nei giovani il senso civico ed il rispetto
della nostra storia.
FILIPPO TUCCI
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lunedì 1 giugno 2015
Scene da un matrimonio
Bambini in posa
Tanti auguri agli sposi
La raccolta delle olive
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