LA LAPIDE DELLA VERGOGNA
“C'era scritto
sul foglio ch'era morto sulla bandiera.
C'era scritto e la firma era d'oro, era firma di re.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia…” (dalla canzone “Andrea” di F.De André)
C'era scritto e la firma era d'oro, era firma di re.
Ucciso sui monti di Trento dalla mitraglia…” (dalla canzone “Andrea” di F.De André)
Così Fabrizio De André ricorda il
sacrificio di tanti giovani e meno giovani, che nella grande guerra
del 1915-1918, lasciarono il loro paese, le loro famiglie, i loro
amori per andare a combattere per la Patria. Molti non ebbero la
fortuna di tornare ed alle loro famiglie fu recapitato un foglio nel
quale c’era scritto che il loro congiunto era caduto eroicamente
sui campi di battaglia. La Nazione intera li ricorda il 4 novembre
di ogni anno, con celebrazioni che si svolgono in tutti i paesi
d’Italia. Anche “Messignadi nel tempo” ha ritenuto
doverosamente di ricordare i caduti messignadesi, pubblicando un post
con tutti i loro nomi, 20 per l’esattezza. Avremmo voluto, però,
fare di più.
Ricordavamo la presenza di una lapide
marmorea, datata 15 giugno 1919, contenente nobili e alate parole ed
i nomi di quegli eroi. In origine era collocata sul muro esterno di
una casa, posta nella piazza principale della Chiesa Vecchia, ora
Salvatore Rosa, ma poi negli anni sessanta, venne rimossa, a seguito
di lavori di ristrutturazione del fabbricato e temporaneamente
collocata all’interno del locale cimitero, in attesa di una
adeguata sistemazione, all’interno del paese. E lì è rimasta per
lunghissimi anni, posta precariamente su un muro, appena dopo
l’ingresso sulla sinistra. E lì pensavamo di trovarla ancora, il 4
novembre scorso, quando andammo a portare un fiore e rendere omaggio
ai nostri caduti. Non è stato così. Il muro era tristemente vuoto e
della lapide nessuna traccia. Abbiamo girato per tutto il cimitero,
illudendoci magari di trovarla collocata in una migliore posizione,
ma niente. Qualcuno ci disse che era possibile che la lapide si
trovasse all'interno del locale adibito a deposito, ovviamente
chiuso a doppia mandata. Sbirciammo all'interno e sulle pareti non
trovammo alcunché e neanche sul pavimento. Abbiamo potuto parlare
infine con un addetto al cimitero che ci ha informato che la lapide,
qualche anno addietro, si era staccata dal muro forse per le
intemperie e nella caduta, si era frantumata in tanti pezzi. Non
sapeva se i pezzi giacessero ancora sul pavimento del locale
deposito o se erano stati portati via (eufemisticamente buttati nella
spazzatura). Questi i fatti e gli antefatti. Cari amici Messignadesi
voi che, con lodevole sensibilità, riuscite a trovare adeguata
collocazione ai simboli della nostra religione, possibile che non
abbiate un minimo di sensibilità civile per un gesto riparatorio che
ponga fine a questa “vergogna”? Spero proprio che il prossimo 4
novembre una lapide marmorea, a ricordo dei nostri caduti in guerra,
possa campeggiare su uno spazio cittadino, così come è stato fatto
in ogni paese. In fondo quei ragazzi non sono degli estranei, erano
nostri fratelli e hanno sacrificato la propria vita per adempiere
al sacro dovere di difesa della nostra Patria.
P.S. Ai tanti ragazzi che ci seguono,
chiedo di leggere e far leggere questo post ai loro genitori e magari
ai loro maestri e professori; è a loro che spetta il compito
primario di infondere nei giovani il senso civico ed il rispetto
della nostra storia.
FILIPPO TUCCI
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