sabato 15 luglio 2023

QUEL PONTE... (LONTANI RICORDI)

 


QUEL PONTE... (LONTANI RICORDI)

Eravamo adolescenti piene di gioia e spensieratezza e ogni mattina presto ci accingevamo a partire per recarci a scuola. Esattamente la nostra meta era la scuola media di Oppido Mamertina. I mezzi di trasporto erano scarsi e noi fanciullette dovevamo arrangiarci con mezzi di fortuna o in alternativa raggiungere l'edificio scolastico a piedi. Persone molto gentili che ci offrivano ogni tanto un passaggio in auto ce n'erano, mi ricordo con affetto tra questi il medico del paese di allora, il dott. Polimeni. Eravamo delle bambine compagne di scuola, ma anche molto amiche tra di noi, che felici ogni mattina presto s'incamminavano per arrivare puntualissime. Rammento come se fosse oggi che partivamo dalla zona della Timpa (località di Messignadi) incoscienti, ma tranquille del tragitto che dovevamo affrontare. La stradina era disastrata, rovinata dalle intemperie, piena di rovi ed erbacce, ogni tanto dovevamo procedere in fila indiana perché dovevano passare i muli carichi di olive. Nella campagne (o fondi agricoli) circostanti le lavoratrici erano già all'opera nella raccolta delle olive (oggi il lavoro è più facilitato). La stradina tortuosa ci portava ad attraversare salite e discese, giunte al ponticello facevamo una breve sosta in quanto eravamo un po' stanche, la salita che ci accingevamo ad affrontare era molto ripida. Il ponte univa le due sponde (la frazione Messignadi con il centro abitato di Oppido) da una fiumara spesso priva d'acqua. Quanti interventi si sarebbero dovuti porre in essere già da allora vista la pericolosità poiché a quei tempi la maggior parte delle persone attraversava il ponte e quelle stradine, era l'unico modo per raggiungere i principali servizi situati nell'abitato oppidese.

Caro ponte ti ricordo con molto affetto, da allora non ti ho più rivisto, non ti ho più attraversato, ma rimani indelebile nel mio cuore, spesso mi chiedo come sarai ridotto adesso.

GIUSEPPINA CONDELLO TUCCI

1 commento:

  1. Che bei ricordi, Giuseppina! Mi sono profondamente commossa nel leggere questo brano che evoca tempi molto lontani ma sempre vivi nel nostro cuore; eravamo bambini ingenui, spensierati, legati da sincera amicizia.Quel tortuoso cammino pieno di ostacoli che facevamo ogni giorno, adesso, dopo tanti anni, mi appare come la metafora del cammino che ci attendeva da adulti pieno di dure prove purtroppo ineludibili.
    Strada facendo ci siamo persi , ma in fondo siamo ancora lì, insieme, legati da qualcosa che nessuna prova può toglierci: i ricordi belli di giorni felici. Ciao Maria Rosa Surace

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