Qual del Battista, precursor di Cristo,
Profetizzato fu il natale al mondo
Tal di Vincenzo annunziar fu visto
Al padre suo della consorte il pondo
Dorme Guglielmo, e il fortunato acquisto
Vision predice al genitor giocondo;
Mira sacro orator, che del Gusmano
Le spoglie ha intorno, e gli favella umano.
Con voi, Ferrerio, io mi rallegro, ei disse,
Tra poco un figlio dalla sposa avrete,
Di cui più dotto in santità non visse,
Da cui la Fede sostener vedrete.
Il Re del Cielo il suo venir prescrisse,
Per render l'alme fortunate e liete;
E un dì sarà, delle mie vesti ornato,
Delle Spagne l'Apostolo chiamato
Nasce in Valenza il pargoletto ispano,
Pieno di Dio, bamboleggiando ancora.
Tinto ha il volto di rose, e un sovraumano
Raggio di luce le sue tempie indora.
Angioletto rassembra in corpo umano,
Poco cibo lo nutre e lo ristora;
E le labbra movendo al dolce riso,
Spira un'aura vital di Paradiso.
La santità, che luminoso il rese,
Frutto non solo fu dell'innocenza,
sia dalle scuole il buon Vincenzo apprese
Quella sublime angelica sapienza,
Onde il fervido cuor di zelo accese
Contro i seguaci d'ogni rea sentenza,
Illuminando in barbare nazioni
L'anime coll'esempio e le ragioni.
In lui del pari e santità e dottrina
Aumentar si vedea di giorno in giorno.
Dovunque il Cielo il buon pastor destina,
Apre il fonte di Grazia al gregge intorno.
Dove il sol nasce e dove il sol declina
Coll'aureo stil, semplicemente adorno,
Predicando il Vangel, piantar si vede
Lo stendardo immortal di Santa Fede.
Tanto fu il suo poter, tanto il suo zelo,
Nella vigna di Dio spargendo il seme,
Tanto estese la Fede ed il Vangelo
Fino del mondo nelle parti estreme,
Che visibile fiamma a lui dal Cielo
Scese sul capo ad animar sua speme,
Volendo Iddio manifestare espresso
Che lo Spirto Divin parlava in esso.
Ecco in gara impegnati a fargli onore
I pontefici e i re. Ciascun lo brama,
vuol colmarlo ciascun del suo favore,
E l'Apostolo e il Santo ognun lo chiama;
Ma sprezzando Vincenzo il van splendore,
Semplice povertà coltiva ed ama,
Sua ricchezza chiamando, ed onor vero,
Condur l'alme traviate al buon sentiero.
Sceso dal ciel Gesù, con cenno espresso
Per apostolo suo Vincenzo ha eletto,
La Chiesa sua raccomandando ad esso,
Cui lo scisma novel squarciava il petto;
E la Madre di Dio col Figlio istesso
Gli apparve un giorno in maestoso aspetto,
Assicurando di Vincenzo al cuore
La sua innocenza e il verginal candore;
E Domenico santo un dì gli appare
Animandolo al sagro apostolato,
Vivere in povertade e rinunziare
Di Valenza l'offerto episcopato,
E la porpora sacra, e le preclare
Dignità, cui l'avea fama innalzato,
Poiché in premio dovea di tanto zelo
Seder beato, a Lui vicino, in Cielo.
Mira una madre col bambino accanto
A sé la chiama, e profetizza, e dice:
Nel tuo figlio il Triregno e il sacro ammanto
Di Pontefice un giorno il Ciel predice,
Da cui sarò canonizzato in santo
Dopo il transito mio lieto e felice;
E fu il terzo Calisto il pargoletto
Dal profetico labbro allor predetto.
Strepitosi prodigi il grande, il forte,
Ebbe d'oprar l'angelica virtute.
Quante in vita chiamò prede di morte!
Quanti infermi acquistar per lui salute!
Quanti, vicini alle tartaree porte,
Riparar, sua mercé, le rie cadute!
Quanti mutoli, ciechi e sordi nati
Dalla mano di lui fur risanati!
Felici voi, che con lodato esempio
Vi mostrate di lui servi e divoti,
Felici voi, che di Maria nel tempio
A Vincenzo Ferrerio effrite i voti.
Da rei peripli e dall'eterno scempio
Voi non meno che i figli ed i nepoti
Difenderà quest'anima beata,
Per salute dell'uom da Dio creata.
Santo, che in terra il Paradiso avesti,
Ed or lo godi eternamente in Cielo,
Specchio di scienza e di costumi onesti,
Difensor della Fede e del Vangelo,
Per quell'amor, di cui nell'alma ardesti,
Serafino celeste in uman velo,
Presta soccorso a chi soccorso implora;
Ama i tuoi servi, e me fra questi ancora.
Carlo Goldoni
(estratto da un testo in versi di Carlo Goldoni
anno 1750 )
Perfetto
RispondiEliminaAvere san Vincenzo come patrono non è cosa da poco. Un vanto per chi ha orecchi per intendere.
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