LA MADRE VIOLATA
Senza
parole. In molti, in moltissimi, siamo rimasti muti, attoniti ed increduli nel
vedere e nel leggere tutte le oscenità che barbari incivili hanno scritto nel
sito dedicato alla Madonna di Polsi. Un gesto, questo, che non può trovare
giustificazione neanche nella follia delirante che ha animato gli autori. Atto sicuramente
dissacratorio nei confronti dei fedeli, ma anche attentato alla storia, alle
tradizioni e alla civiltà di una intera Regione, che da tempo immemorabile, si
riconosce nel culto della Madonna della Montagna. Una violenza sconcia e
meschina che ha imbrattato di “lordume” lo spazio dedicato alla preghiera ed
alle riflessioni di natura strettamente religiosa. E’ ripugnante il solo pensiero che molti bambini, tante
ragazze, molte madri e nonne abbiano potuto leggere frasi e parole tanto orribili,
delle quali ignoravano persino l’esistenza. Tralascio, poi, gli epiteti
riservati alla Madonna, alla quale è
stata fatta una odiosa violenza, quasi a voler negare i suoi attributi
salvifici di Madre amata e venerata.
Un episodio grave, increscioso ed incivile del quale sono vittime non solo i
credenti, ma anche quanti professano altre religioni o non ne professano
alcuna. Si perché, a parte la blasfemia che comunque è un reato (art.724 CP), è evidente l’attacco alla libertà religiosa così
come sancita dall’art.19 della Costituzione della Repubblica Italiana che
recita testualmente “Tutti hanno diritto
di professare liberamente la loro fede religiosa in qualsiasi forma, individuale
o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il
culto, purchè non si tratti di riti contrari al buon costume”. La
circostanza di “appropriarsi” indebitamente
e mendacemente di un sito dichiaratamente religioso e riempirlo di parolacce,
rappresenta al di là di ogni dubbio la violazione del diritto a professare il
proprio credo religioso. Se così è, quale Autorità Istituzionale è preposta a
vigilare ed a garantire i diritti inalienabili dei cittadini ? Poiché questa
non è la prima “bravata” di questo fantomatico gruppo (e probabilmente non sarà
neanche l’ultima) e non ci risulta nessun tipo di intervento né da parte delle “autorità
competenti”(nonostante le reiterate
denunce), né da parte di Facebook che, operando in Italia, dovrebbe quantomeno
impegnarsi a far rispettare i diritti più elementari. E’ forse ,però,
pretendere troppo da una Europa che stenta a riconoscere le proprie radici
cristiane, da un’Italia pervasa da anticlericalismo strisciante, da una classe
politica buona soltanto a far passerella alle processioni. E allora ? E’ questo il
momento dell’assunzione delle proprie responsabilità. I messignadesi hanno
legami profondi ed ancestrali con Polsi, hanno avuto l’onore di ospitare la statua della Madonna della Montagna, hanno
onorato la Santa Croce di Polsi portandola in processione nel paese, hanno
sottoscritto il gemellaggio tra la comunità di Messignadi e quella di Polsi.
Sono ,quindi, nostri fratelli quelli gravemente offesi, ai quali è giusto far pervenire
la nostra solidarietà. E desideriamo farlo senza timori e senza riserve. Siamo
con loro ai piedi della Santa Madre, per restituirle dignità, decoro e
ripagarla con la nostra devozione della
violenza subita.
FILIPPO TUCCI
Messignadi
23 ottobre 2012
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