martedì 26 agosto 2014

Serata d'estate 1

SERATA D’ESTATE 
(Quando l’insonnia, ti fa fare strani incontri)

Era la sera di domenica 6 luglio 2014. Un amico festeggiava il suo compleanno e mi aveva invitato a passare da casa sua per bere qualcosa, insieme ad una simpatica masnada di ragazzotti. Tra una chiacchiera e l’altra si era fatto tardi, mancava qualche minuto alla mezzanotte. Salutai la compagnia e mi avviai verso casa. Mi sentivo stanco e andai subito a letto, sperando in un sonno ristoratore. Niente da fare, Morfeo (dio del sonno) si faceva attendere. Era passata piu’ o meno un’oretta e, stanco di smaniare nel letto, sono uscito in terrazza a fumare (maledetto viziaccio) l’ennesima sigaretta. Appena fuori un cielo stranamente senza stelle e senza luna, un buio pesto. Le uniche luci erano quelle di Piminoro e il faro sulla montagna di Puzzonaro. Volgendo lo sguardo in direzione Oppido-Tresilico (S-O), mi accorsi, non di una luce ma di una massa informe di un color bianco-perlaceo, che rendeva spettrale la collinetta che si erge di fronte alla mia terrazza. Posso descrivervi tutto ciò che mi passò per la testa in quelle frazioni di secondo, prima che riacquistassi totalmente il controllo di me stesso. La prima impressione fu quella di un gigantesco cartellone pubblicitario illuminato da luce algida, tipo quelli che a volte  - viaggiando in autostrada – si stagliano nel buio all’improvviso e ti seguono per chilometri. Da scartare, per ovvie ragioni. Non potevano essere neanche le luci di qualche festa a Oppido o a Tresilico, perché quel giorno non c’era nessuna ricorrenza festiva (la Madonna delle Grazie a Tresilico, con tutto il  suo codazzo di polemiche, c’era stata quattro giorni prima). Un incendio neanche, perché non c’era né fumo, né crepitio di fiamme, né l’odore acre del bruciato. Poteva forse essere la luna, ma non ricordo di aver visto mai una luna con quella forma e quelle caratteristiche, anche se non potevo escluderlo. Suggestionato dalla notizie giornalistiche che parlavano, in quei giorni, di strani avvistamenti  di oggetti non identificati sui cieli della Calabria, mi balenò (ma solo per un attimo) l’idea che potesse trattarsi di qualcosa di extra-terreste o soprannaturale. Non ero, però, sbronzo abbastanza per soffermarmi su queste ipotesi. Superata la sorpresa, recupero il mio telefonino Samsung e tento di fare delle foto. La “cosa” rimase bellamente in posa per qualche minuto, poi  vado dentro casa per recuperare sigarette ed accendino e al mio ritorno era scomparsa. In cielo erano tornate, splendenti più che mai le “vaghe stelle” dell’Orsa.

FILIPPO TUCCI

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